Ciò che possiamo licenziare

lunedì 28 maggio 2012

Formigoni non assomiglia a Bertoldo e neanche a Bertoldino e neppure a Cacasenno.

No, decisamente no. Roberto Formigoni non assomiglia in nulla a Bertoldo.
Roberto Formigoni - 6 
Come i più passatelli (per età) tra i lettori ricorderanno Bertoldo è decisamente brutto e di fisico sgraziato e la descrizione che ne fa il padre suo, il fabbro Giulio Cesare Croce (1) lo dipinge raccapricciante ma al contempo straordinariamente arguto ed intelligente. 
Veste male, anzi malissimo, Bertoldo,tutto rattoppato e con “scarpe alte e con grossi tacconi”.In questo il villano fu precursore di altri piccoletti che si son voluti e si vogliono far alti con la forza dei tacchi. Ahi loro.
Formigoni Roberto invece non è brutto e tutto sommato si tiene bene a giudicare dalle fotografie che lo riprendono in costume da bagno su yatch milionari e quando necessario si sa mettere a dieta: meno 17 chili in quattro mesi(2). Questa sì che è eccellenza sanitaria. 
Sul vestire, unica eccezione,  qualche vaga assonanza con Bertoldo in realtà ce l'ha. Ovviamente questa non riguarda i tacchi, perché il Formiga, questo è uno dei nomignoli che usano i suoi amici di Comunione e Liberazione un'altro è Il Celeste, è alto 1,88 , ma piuttosto la sua passione per le camicie disegno pratorello. Quelle che negli anni '60 sfoggiava il cantante svizzero Antoine e i più disperati tra gli hippy da salotto. Il Celeste sulla moda, in effetti, è un po' in ritardo o forse ha solo poca memoria. Che se la memoria lo tradisse solo per il vestire lo si potrebbe anche perdonare ma il fatto è che se non ha un'agenda a portata di mano non ricorda neppure cosa ha mangiato per cena. O dove è stato in vacanza a Capodanno.
Roberto Formigoni - 5
E dire a che a quanto racconta il suo amico e mecenate di vacanze Pierangelo Daccò (2) erano un po' monotematici come destinazione andando quasi sempre ai Caraibi. Neanche fossero Boldi e De Sica. Che poi, ad occhio e croce, non dev'essere una destinazione che si dimentica facilmente non foss'altro che per le oltre dieci ore di volo e gli oltre 4000 euro di costo del biglietto. Panorami e bellezze a parte. Bertoldo cose simili mai se le sarebbe dimenticate. Anzi stava ben attento a non dimenticar nulla. E le sue metafore eran più pungenti delle stracche ribattute del tipo: “mi dimetterò se saranno dimostrati vantaggi per Daccò” o “non discuto con chi è in cella” o “contro di me attacchi politici infondati non cederò mai di fronte ai ricatti”. Frasi che anziché rintuzzare sembrano favorire nuovi interrogativi. Ad esempio: chi è il ricattatore? e su quali versanti ricatta? Perché se c'è ricatto, insegna Nero Wolfe, c'è pure argomento. Come dire: non c'è fumo senza arrosto. E poi a sostenere e ad illustrare cotanta difesa ecco, nella home page del Celeste's sito(5), un bersaglio con tre frecce che, guarda il caso, sono tutte ben conficcate nel centro. 
Home page  27 maggio 2012 - 5
Che è come dire che è stato centrato il bersaglio. Cos'è: un lapsus freudiano? 
Complimenti al suo consulente di comunicazione. 
Di ben altra pasta era Bertoldo che condannato all'impiccagione per campar la vita seguitando il suo dire chiese al re “comanda ti prego a questi tuoi ministri che non mi appicchino sin tanto che io non trovo una pianta o arbore che mi piaccia, che poi morirò contento.” Il re accettò e, inutile dire che la pianta non fu mai trovata e Bertoldo la scampò. Come sempre. Con altri invece, ogni riferimento al Formiga o al Celeste è puramente casuale, basta fornirli di corda e sapone che l'albero, bello forte e robusto, se lo trovano da soli.

ps. Di Bertoldino e Cacasenno non s'è detto. I loro nomi servivano solo per il titolo.
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(1) Giulio Cesare Croce (San Giovanni in Persiceto1550 – Bologna1609) è stato scrittore, cantastorie ed enigmista. Fabbro in origine abbandonò la professione per fare il cantastorie. Fu estremamente prolifico, oltre 600 opere inclusa l'autobiografia da cui si apprende che ebbe due moglie e 14 figli. Inventò il personaggio di Bertoldo, villano dalle scarpe grosse e dal cervello fino.
(3) Corsera 27 maggio 2012 pag. 10 “Carte false per 144 mila euro. Così diedi la barca a Formigoni”
(6)  http://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/audio/immagini/formigoni_02_672-458_resize.jpg

1 commento:

  1. che gran figo.....si è fatto pagare le vacanze dall'amico....e come non potrebbe essere altrimenti. Lui è un cattolico fervente, vergine, che vive in astinenza e povertà come raccomanda il suo credo. Se un suo amico ricco è caritatevole con lui, perchè scandalizzarsi tanto? Visto che non c'è nulla di penalmente rilevante, chi se ne frega..........Ma forse invece moralmente ed eticamente c'è qualche cosa che mi sfugge? Volete dire che una persona pubblica nella sua posizione dovrebbe avere un contegno e una dignità diversa?

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